In viaggio con Titta Ruffo: il Principato di Monaco.

In viaggio con Titta Ruffo: il Principato di Monaco.

Eccoci arrivati al secondo appuntamento della rubrica “In viaggio con Titta Ruffo” il cui intento è quello di andare ad esplorare, e provare a portarvi con mano, nei momenti o episodi più significativi della carriera del nostro Ruffo. Tutti gli articoli attingono al libro La mia parabola ed al vasto materiale d’archivio in nostro possesso. Come da titolo oggi siamo nel Principato di Monaco e più precisamente all’Opéra, conosciuta da tutti anche come il Grand Théâtre de Monte Carlo.

Titta Ruffo viene scritturato per la prima volta dall’impresario Raoul Gunsbourg a nome del Grand Theatré di Monte Carlo per la stagione primaverile del 1907. L’accordo prevede esibizioni per Un ballo in maschera, Don Pasquale e Il barbiere di Siviglia (le ultime due avranno entrambe 2 repliche) e due concerti con un ingaggio di 1.500 franchi a recita. È d’obbligo adesso spendere qualche parola sulla figura del rumeno Raoul Gunsbourg che fu direttore teatrale, impresario, compositore e scrittore. Nel 1892, su raccomandazione dello zar Alessandro III di Russia, Gunsbourg fu invitato dalla Principessa Alice, moglie di Alberto I Principe di Monaco, a servire come direttore del rinomato teatro. Gunsbourg trasformò l’Opéra de Monte-Carlo in un centro culturale di livello mondiale: si deve a lui la prima messa in scena del La dannazione di Faust di Berlioz, a quel tempo considerata più un oratorio che un’opera, che debuttò nel suo teatro il 18 febbraio 1893. Il suo forte legame con la Russia, inoltre, gli permise di scoprire un gran numero di cantanti che poterono così essere presentati e lanciati sul palcoscenico europeo. Possiamo affermare, quindi, che la sua lungimiranza ed operato lo hanno reso una delle personalità più singolari del mondo lirico, e che fu in grado di tenere la direzione artistica del teatro per quasi sessant’anni, indubbiamente un superstite “sovrano” della belle époque.

Vogliamo adesso mostravi il programma di sala per la rappresentazione del Il barbiere di Siviglia del 27 marzo 1907, questa che andò in scena fu l’ultima delle tre esibizioni dell’opera e andrà a chiudere inoltre la prima venuta del nostro Ruffo nel Principato; l’artista vi ritornerà ininterrottamente per tutte le stagioni primaverili fino al 1912. Troviamo una compagine di attori acclamata, sia dalla stampa del tempo che da vari critici e saggisti, come un brillante trionfo di affascinanti interpretazioni e di squisita allegria.
«Ruffo come Figaro fu la perfezione, Chaliapin mostrò il suo talento nell’interpretare il ruolo di Don Basilio, Pini-Corsi conquistò un affetto unanime come Bartolo, mentre Storchio, a seguito del suo già invidiabile successo, offrì una più che accattivante Rosina, suscitando entusiasmo per la virtuosità del suo “Una voce poco fa”. Pomé condusse con la sua abituale autorevolezza e Gunsbourg ancora una volta fu nuovamente da elogiare per “un Barbiere” veramente “di qualità”.» [da Monte Carlo Opera 1879-1909 di T.J. Walsh, Gill and Macmillan, 1975].
Non possiamo ovviamente non ammirare il bellissimo disegno che decora il libretto nella sua ultima pagina e che lo rende indubbiamente uno dei pezzi più originali all’interno dell’Archivio. L’autore di questa vivacissima immagine è nientemeno che del famoso pubblicitario e pittore Jules Chéret mentre la stampa del programma fu affidata alla prestigiosa tipografia Maison Devambez di Parigi.

Rimanendo nel campo delle arti figurative passiamo adesso a questa leggera ed aggraziata caricatura che rappresenta, di profilo, il basso russo Feodor Chaliapin ed è dedicata all’amico Titta Ruffo. Il disegno è realizzato dallo stesso cantante che ricordiamo fu un vero artista poliedrico poiché i suoi talenti, oltre al canto, spaziarono dalla pittura alla scultura fino al cinema. La data è quella del 28 marzo 1908 ossia durante i giorni in cui si esibivano a Monaco nel Il barbiere di Siviglia, opera nella quale avevano avuto modo di creare una fantastica sinergia avendo già calcato insieme quello stesso palco esattamente un anno prima e poi ancora al Königliches Opernhaus di Berlino, sempre nel 1907. Questo quello che Titta Ruffo risponde nel 1928 ad un giornalista del quotidiano ungherese Pesti Naplò: «In un’altra intervista gli fu chiesto circa “i più grandi artisti” con cui cantò. “I più grandi artisti? Conosco artisti famosi ma c’è un solo migliore artista: Chaliapin. Lui è il più grandioso, unico, brillante talento. Un genio! Chaliapin, solo lui! Non ho giudizio sugli altri artisti.» [da Titta Ruffo: an anthology di A. Farkas, Greenwood Press, 1984].

Chiudiamo con il costume, che ripropone una foggia di un abito del XIX secolo, con cui l’artista debuttò nel ruolo del Dottor Malatesta nel Don Pasquale di Gaetano Donizetti il 16 febbraio 1907; indovinate dove? Ma ovviamente al Grand Theatré di Monte Carlo. Una parte questa che il grande baritono ricoprì solamente altre due volte in tutta la sua carriera, e più precisamente durante il tour in Sud America del 1911: al teatro Lyrico di Rio de Janeiro e poi al teatro Municipal di San Paolo. Il costume si trova in esposizione permanente presso il museo del Teatro Verdi di Pisa mentre l’immagine è tratta dal libro Titta Ruffo, i costumi teatrali, Pacini ed.

Siete curiosi di sapere, oppure non vi ricordate con precisione, quando e dove il nostro Ruffo è andato in scena per cantare in una determinata opera? Allora la pagina qua sotto è quella che fa proprio al caso vostro!
https://tittaruffo.com/cronologia/